Non solo la vittoria al Sachsenring: Marc Marquez rivela infatti i momenti decisivi per la sua rinascita dopo il dramma dell’infortunio.
“Se questa vittoria è stata più importante per il Marquez pilota o il Marquez uomo? Per l’uomo. Il pilota c’è, ma non è ancora quello di un tempo. Vedremo in futuro se tornerò ad essere quello che voglio essere davvero”, ha raccontato il catalano della Honda a ‘Sky Sport‘.
“Ancora non so bene come mi sento – ha aggiunto a proposito delle emozioni provate tornando a vincere in MotoGP -. È stato un momento duro, e dietro ho avuto tante persone tra il team Honda, la famiglia e i dottori. Da solo non ce l’avrei fatta e mi hanno aiutato tanto. Oggi era difficile dopo le cadute di quest’anno, anche se questo è un circuito buono per me. Ho semplicemente guidato, provando a non pensare a cosa stavo facendo. Senza pensare a ciò che ho passato. Quando è venuta un po’ di pioggia ho corso il rischio, poi ho capito che era la mia giornata. Tutto si stava mettendo a posto e abbiamo provato a spingere”.
Marquez ha quindi insistito sul ruolo delle persone a lui vicine nei mesi più duri. E ha anche rivelato di un consiglio particolarmente autorevole e che lo ha aiutato a rialzarsi: “La persona che soffre è chi si trova in prima linea, si possono dire tante cose ma alla fine è così. Però quando hai gente con te, che soffre come te o anche più di te, ti aiuta tantissimo – ha spiegato -. Quando sei in una situazione che non va bene, provi a cercare qualcosa di diverso. Dopo il Mugello ho parlato con Mick Doohan e lui mi ha aiutato molto. Mi ha aiutato a capire molte cose, mentre parlava ho chiuso gli occhi e lo ascoltavo e basta. Ha capito perfettamente come stavo, mi ha spiegato che quando si infortunò non capiva la moto, faceva errori e non capiva perché. Mi è successo esattamente lo stesso, e ho capito che potevo mettermi tutto alle spalle”.
Quindi un’ulteriore spinta è arrivata da Alberto Puig: “Questo weekend mi ha detto che dovevo vincere e così è stato. Sono parole che mi hanno aiutato e mi hanno convinto di essere forte. Questo è stato il primo weekend in cui non ho sentito limitazioni dal punto di vista fisico. Lo sport si vive nel presente, puoi pensare al passato solo quando ti ritiri. Ora dobbiamo continuare a lavorare, perché qui è stato solo un punto e dobbiamo pensare già ad Assen. Qui ho pensato alle tre cadute di Le Mans, Mugello e Montmelò. Al braccio non ci pensavo più, sto lavorando sulla testa per cercare di dimenticarmelo”.