Paolo Campinoti festeggia Jorge Martin svelando un retroscena
Giornata di festa in casa Pramac Racing dopo la vittoria del Mondiale di MotoGP di Jorge Martin. Anche Paolo Campinoti, proprietario del team Pramac, non ha trattenuto il suo entusiasmo ai microfoni di Sky Sport: “Diciamo che questo risultato è un po’ più strepitoso rispetto a quello del 2023, lo scorso anno abbiamo fatto un grande lavoro e quest’anno abbiamo vinto il Mondiale. Come team Pramac noi crediamo molto nei valori umani ed è l’unione tra ragione e sentimento che fa la differenza con la ricerca dell’equilibrio”.
“Bagnaia e Martin sono grandissimi ragazzi, che esprimono valori eccezionali. Sono corretti, leali e la dimostrazione sono i primi giri del GP di Sepang. Con altri piloti sarebbe stato più complicato, invece loro hanno combattuto con rispetto. Oggi Jorge ha vinto contro Pecco, che è una grandissima persona e un grandissimo pilota”.
“La partenza e l’ultimo giro mi hanno messo alla prova – ha poi ammesso il manager toscano -. Poteva succedere di tutto. Cadere all’ultimo giro sarebbe stata una rottura di balle importante. Vedere tutto questo affetto da parte del paddock mi ha fatto piacere, perché significa che abbiamo seminato delle belle relazioni. Sono infatti molto felice di tutto ciò”.
Quindi ha svelato un retroscena sul neo campione del mondo: “Quando Jorge non andò nel team Ducati Factory era triste, dato che Ducati gli preferì Bastianini. Lui mi chiamò e mi disse: “Capo, non ti preoccupare, faremo la storia. Alla fine sono stati 4 anni bellissimi”.
Solo parole di ringraziamento per la Ducati: “Io l’ho sempre detto fin dall’inizio: con Ducati ho un grandissimo rapporto, si sono comportati da signori ed è una grandissima azienda. Se sono arrivati a questo livello è merito del grande lavoro e al tempo stesso anche grazie al sudore che ha sputato Pramac. Ovviamente se siamo qua è grazie a loro”.
“È vero, ora andrà in Aprilia da Rivola, ma tanto tra due anni lo riprendiamo. Lui non può stare senza di noi” ha chiosato Campinoti sul futuro di Jorge Martin.