Il capo del team Sic58: “E’ rimasto come un birillo in balia del vento in mezzo alla pista”.
Paolo Simoncelli si è rivolto così a Tatsuki Suzuki dopo il dodicesimo posto dell’ultimo Gran Premio a Losail, classe Moto3: “Sono un po’ in ritardo lo ammetto, però digerire una domenica come quella passata mi ha richiesto un po’ di tempo e molto lavoro. A volte cerco di capire cosa passi nella testa di un pilota, cosa lo turba, cosa può aiutarlo, coccolarlo, spronarlo. Ma il più delle volte non so darmi risposta. Da domenica mi chiedo come un pilota del calibro di Tatsuki, del suo talento, possa perdersi così durante una gara e restare come un birillo in balia del vento in mezzo alla pista. Perché questo è ciò che è avvenuto durante il secondo appuntamento in Qatar”.
“Non ho saputo aiutare il Giapporiccionese, né nel pre gara né post gara. Parlandone subito dopo neanche lui ha saputo darmi e darsi una spiegazione, che fosse dal punto di vista tecnico o meno, perciò mi sono dato una risposta da me. Lui non ci ha creduto abbastanza, non crede abbastanza né in se stesso né nelle sue capacità. E sbaglia, sbaglia alla grande perché chi è lo sa, in qualche gara ce l’ ha fatto vedere e deve solo dimostrarcelo ancora una volta. Perché il bello e il brutto di questo sport è che puoi anche essere un buon personaggio mediatico, puoi piacere alla gente per come parli o sei estroverso di fronte alle telecamere ma alla fine se non ottieni risultati, se non fai riecheggiare l’ inno del tuo paese sul gradino più alto del podio, la gente dimentica in fretta”.