Tatsuki Suzuki ha conquistato la sua prima vittoria in carriera in Moto3 proprio nella gara del destino, a Misano sulla pista Marco Simoncelli. Il centauro della SIC58 Squadra Corse ha confessato la sua emozione per il trionfo: “Finalmente ce l’abbiamo fatta. Perché ce l’abbiamo fatta, non sono io che ce l’ho fatta. Sono tre anni che lavoro con Paolo e mancava solo questo obiettivo della vittoria”.
Il rapporto con Paolo Simoncelli è molto stretto: “Mi ha dato tutto quello che aveva, mi ha insegnato tutte le cose che aveva fatto con Marco. Io ho tanto rispetto per lui, perché dopo quello che è successo a Marco non era facile tornare qui, ma lui è sempre concentrato sul lavoro. Se sbaglio mi bastona, ma quando le cose vanno bene si commuove e piange come oggi. Diciamo che c’è un rapporto familiare, è come se fosse mio papà”.
L’Italia è ormai la sua seconda casa: “Io ora ho una famiglia in Italia: Paolo, sua moglie Rossella e sua figlia Martina, tanti amici e la mia ragazza. E’ diventata una vera e propria famiglia: quando parto per andare a fare una gara, mi manca casa, ma non il Giappone, l’Italia. Chiaramente mi mancano anche i miei genitori, che sono venuti in Inghilterra, ma non ce l’hanno fatta ad essere qui. Sicuramente hanno guardato la gara alla televisione e si saranno emozionati, ma non sono ancora riuscito a parlarci perché non mi hanno ancora dato il telefono…”.
Il cane: “Ho preso un cane insieme alla mia ragazza Anna, si chiama Nafta. Lo so che è un nome particolare, ma volevo un legame con i motori: se fosse stato un maschio lo avrei chiamato diesel!”, sono le parole riportate da Motorsport.