Guido Meda mette in guardia i tifosi di Valentino Rossi e Maverick Viñales: la crisi della Yamaha non è affatto finita ed è sbagliato illudersi. “Se Viñales è tornato sul podio e Rossi è tornato quarto dopo essere stato in testa per qualche giro, non vuol dire invece che la crisi della Yamaha sia alle spalle. Un asfalto con l’aderenza elevata di quello della Thailandia non si trova spesso in calendario e maschera difficoltà che restano esattamente le stesse. Anzi, ci conferma che Viñales, Rossi e Zarco funzionerebbero ancora benissimo se solo avessero una moto prevedibile e dal rendimento costante”.
“Sarebbe gravissimo pensare – continua il telecronista di Sky – che fino a qui siano i piloti ad aver amplificato le difficoltà tecniche per nascondere le loro debolezze, perdendo quello slancio verso il rinnovamento tecnico che dopo mille spinte inutili sembra finalmente avviato. La Thailandia ha portato soprattutto un po’ di morale, che non fa mai male, ma non la soluzione della mancata competitività”.
“Anche il Giappone potrà essere una buona pista per la Yamaha, quindi anche il Giappone potrà essere ingannevole come le sirene. Tapparsi le orecchie e avanti, verso un progetto nuovo, che funzioni sempre, per andare a divertirsi in pianta stabile con i fenomeni che giocano per vincere”, conclude.