La prima notizia di questa gara due è il ritorno in panchina di Steve Kerr, che riprende le redini della squadra nel momento più importante della stagione e mette il sorriso a tutta la Oracle Arena ancor prima che la palla a due venga alzata.
Sul campo i Warriors conquistano il 2-0 dominando il match nonostante una tanto strenua quanto improbabile resilienza dei Cleveland Cavaliers.
I padroni di casa sono sempre avanti, crivellano la retina con continuità e non permettono mai a dei comunque ottimi Cavs di pensare anche solo lontanamente alla vittoria.
La partita degli uomini di Lue è di grande sostanza, ottima intelligenza in attacco e rifiuto di abbandonare anche dopo scarti in doppia cifra, ma quello che preoccupa maggiormente è che al cospetto di questa prestazione, i Cavs sono stati avanti solo per pochi minuti all’inizio del match, poi è stato un apparecchiare la tavola per il 132-113 finale.
I Cavs partono dimostrando di aver offensivamente preparato la partita in modo intelligente, andando forse controcorrente con quello che ci si potesse aspettare. James spinge molto il contropiede e i suoi non rifiutano tiri anche nei primi secondi dell’azione per non far schierare la difesa. Nel primo quarto sono i liberi a tenere avanti Golden State, con il solo Curry che ne tira ben 10.
James è irreale e colpisce solo in momenti precisi, arrivando però già a otto assists a metà secondo quarto.
Quando però si mette al lavoro Durant (33 punti, 13 rimbalzi) si fa veramente difficile per i Cavs, che come se non bastasse, trovano dall’altra parte anche un Thompson ben diverso da gara 1 che si mette in ritmo con otto punti, chiudendo poi a quota 22.
Nonostante questo e le solite folate della Dub Nation, Cleveland è a contatto alla fine del primo tempo anche grazie a un ottimo Love che punisce sia da lontano che dal midrange, mettendo pesantemente in difficoltà un Green gravato di falli.
A inizio secondo tempo, come successo in gara uno, arriva la folata decisiva, perché se nel primo atto della serie il differenziale è stato di 13 punti, questa volta ne arrivano undici e quando Curry slalomeggia per tutto il campo seminando James e appoggiando l’ampia doppia cifra di vantaggio, la percezione è che la partita sia ancora una volta il trascinarsi verso la sirena finale. Sono proprio loro a due a compilare due triple doppie nel match con Curry a quota 32+10+11 e James a 29+11+14. La prova di LeBron è fantascientifica ma dal suo corpo si leggono due cose a un minuto dalla fine del terzo quarto: il senso di impotenza che non ha mai provato prima e già tanti segni di stanchezza sul proprio volto. Ora gli appassionati possono solo aggrapparsi al sussulto d’orgoglio in gara tre dei Cavs per riaprire una serie che, logicamente, vede pochi spiragli di equilibrio e una fine che potrebbe essere molto vicina.
In collaborazione con basketissimo.com