La Summer League di Las Vegas si conclude con la vittoria dei Los Angeles Lakers, che nella finalissima battono i Portland Trail Blazers 110-98, in una sfida davvero piacevole da vedere e che ha visto i gialloviola tenere le briglie dell’incontro per quasi la totalità della partita. Per i premi individuali, l’MVP dell’intera competizione va a Lonzo Ball, che sarà assente per il gran finale come fra poco vi diremo, mentre l’MVP della Final viene dato a Kyle Kuzma, che riesce non solo a mettere insieme numeri e gioco, ma infila due buzzer beater tra secondo e terzo quarto che da soli valgono il prezzo del biglietto.
NO LONZO – Cenerentola potremmo dire che ha saltato l’ultimo ballo. Per il giocatore di Ucla, il più decisivo tra quelli visti sul parquet, un affaticamento al polpaccio lo costringe a stare seduto in panchina. C’erano anche scommesse su che scarpe avrebbe indossato, dopo aver provato tutte le marche, lui “risponde” presentandosi in ciabatte, fascia riscaldante protettiva sul polpaccio ed una felpa nera. Sorride quando gli consegnano il suo primo premio individuale, incita i compagni durante i timeout, stando sempre nel radar visivo di Magic, anche lui concitato per questa partita. La vittoria arriverà comunque, sarebbe stato bello vederlo sul parquet, ma toccherà aspettare solo un altro po’.
LA PARTITA – Lakers che prendono subito il controllo emotivo dell’incontro, alternando la mezza transizione alle giocate individuali di Kuzma. Portland è nel secondo quarto che dimostra tutto il suo potenziale, specie quello che deriva dal suo rookie Swanigam. Mentre Stokes fa l’esperto del gruppo, il lungo, che tendenzialmente sarebbe il pivot, diventa in un amen il primo motore immobile, giocando a metà tra il Gasol prima versione e il Boris DIaw ispirato di casa Spurs. Con assist sia direttamente dal rimbalzo che dal palleggio (dove mostra un discreto ball-handling) riporta i suoi col naso avanti, ma la magata di Kuzma a metà gara di fatto decide la gara. Coast to coact per l’ala gialloviola, che taglia in due la difesa e segna, subendo il fallo. Allo scadere del terzo quarto, rimessa e catch and shoot per lui, polso che si spezza come ai tempi di Kobe, ma canestro che arriva. Nel quarto periodo sono Caruso e Zubac ad archiviare la pratica, con i Blazers che progressivamente escono dal campo. Finisce 110-98.
STATS & CIFRE – Se si era dubitato che le percentuali di semifinale fossero solo un caso, i Lakers invece danno prova che hanno buona mano se innescati nel modo giusto. Oltre il 60% dal campo, 58% dalla lunga distanza con 21 assist. Magari ancora da perfezionare qualcosa nella costruzione, dove arrivano le palle perse, ma i progressi del team sono rilevanti. A Portland non basta la partita monstre di Swanigam, che chiude con 25 punti, 12 rimbalzi e 7 assist, né la solida assistenza di Layman (21+7). Perde il confronto anche contro Caruso, il play Gutierrez (14+5 ass), mentre Stokes non va oltre i 16 punti (7/10). Per i Lakers, 30 punti (11/16) e 10 rimbalzi per Kuzma, 15 punti con 7 rimbalzi e 9 assist per Alex Caruso, 23 punti con 8/9 per Matt Thomas, killer silenzioso, 20+5+6 per Vander Blue, che ha portato mattoncini pesanti, solida partita ancora per Zubac (12+9).
MAGIC – È arrivato portando una rivoluzione copernicana e subito porta a casa qualcosa. La testimonianza che il progetto giovani può pagare i dividendi, è rappresentata da un gruppo di ragazzi che han saputo farsi le ossa nelle minors e che ora potrebbero essere firmati a minimi interessanti per poter esplodere. Le parole ed i consigli a Lonzo, anche se non era in campo, e quel “You gotta be ready” a Kuzma dopo la gara fanno capire in primo luogo che Magic non è solo un presidente alla Phil Jackson, che sta a guardare dall’altro la sua creatura, ma che vive ancora il campo, anzi sembra di rivedere un Pat Riley bis, ed inoltre che crede in questo progetto vuole dargli fiducia e ha ancora fame di vittorie, come quando calcava il parquet.
In collaborazione con basketissimo.com