Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, parere all’unisono su Jannik Sinner
Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, due dei quattro moschettieri azzurri vincitori della Coppa Davis del 1976 a Santiago del Cile, compagni di doppio e grandi amici, sono stati ospiti del programma di Rai 3 condotto da Geppi Cucciari “Splendida cornice”.
Come sempre la loro presenza è stata piena di battute ironiche e momenti divertenti, e a uncerto punto l’agomento è caduto su Jannik Sinner, lo sportivo italiano del momento e numero 2 del tennis mondiale. È stato Panatta ad “accendere la miccia” con la sua consueta ironia,
“Lo stanno talmente santificando che tra un po’ ci sarà l’ascensione – ha detto il trionfatore di Roma e Parigi nel 1976, il suo anno magico -. Lui è un ragazzo bravissimo, perbenissimo, educatissimo, non sbaglia una dichiarazione, gioca come un dio, però basta: non è che ogni volta ce lo devono far pesare”.
Poi lui e Bertolucci si sono trovati d’accordo quando sono stati paragonati al 22enne altoatesino: “Lui è come lo vedi: fa una dichiarazione ed è sempre equilibrato, in campo non rompe mai le racchette, lui è il figlio che tutti vorrebbero avere. La perfezione a volte può diventare noiosa. Io perfetto? Assolutamente no. Rispetto a Sinner siamo come il diavolo e l’acqua santa”.