Adriano Panatta su Jannik Sinner: “Fossi stato in lui, Rune l’avrei mandato a quel paese”

Adriano Panatta su Jannik Sinner: “Fossi stato in lui, Rune l’avrei mandato a quel paese”

Il settimanale “Oggi” ha dedicato laua copertina a Jannik Sinner e, in piena Sinnermania, è una scelta molto azzeccata dato che tra cinque giorni cominceranno gli Internazionali d’Italia al Foro Italico di Roma e i tifosi saranno tutti a sostenere l’altoatesino anche se c’è un po’ di allarme per il problema all’anca che l’ha fatto ritirare dal Masters 1000 di Madrid.

Proprio per il popolare settimanale Lia Capizzi ha intervistato Adriano Panatta, idolo assoluto del Foro Italico, dove ha vinto il torneo nel suo memorabile 1976, in cui collezionò anche il Roland Garros e la Coppa Davis. Ecco le parole dell’Adriano nazionale su Sinner, riportate da ubitennis.com.

“Adesso nessuno mi romperà più le scatole con la storia dell’ultimo italiano che ha vinto uno Slam. Ora mi chiedono di lui, mi strattonano per una dichiarazione. Io dico: attenzione a non banalizzare, a non scrivere qualsiasi cosa di nessun interesse pur di parlare di lui”.

“Medvedev gli fa i complimenti per aver migliorato il servizio, il colpo più difficile su cui lavorare secondo lui. In realtà è il più facile, perché lo fai da fermo e senza l’influenza dell’avversario. Serena Williams vorrebbe avere il dritto di Sinner, ma il suo colpo migliore è il rovescio”.

“Jannik è molto riservato ma anche io lo ero, le copertine con le ragazze io le subivo. Lui è certo più controllato, meno fumantino: io Rune lo mandavo a quel paese subito, come facevo con Nastase. La prima dote di Jannik è comunque l’intelligenza; è una spugna, impara sempre”.

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