Alberto Tomba fa un paragone illustre su Jannik Sinner
Nel corso di un’intervista ai microfoni della “Gazzetta dello Sport”, l’ex sciatore alpino Alberto Tomba ha voluto spendere parole di elogio nei confronti di Jannik Sinner, il quale ha conquistato il suo primo slam in carriera agli Australian Open, battendo in rimonta Daniil Medvedev. In aggiunta, la leggenda azzurra ha voluto mandare un consiglio al connazionale in merito alla gestione della popolarità.
“Capisco la sua scelta di preferire il tennis allo sci, perché molto dipende dalle persone che incontri e che a poco a poco ti indirizzano verso una precisa strada. Oltre le persone, anche l’ambiente che ti circonda ti aiuta ad amare uno sport. Penso che Jannik abbia incontrato le persone giuste, oltre alla famiglia, che è sempre un grande stimolo. Ai miei tempi il campione da seguire era Panatta, che con Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli aveva vinto la Davis, ma mi avevano fatto sognare di più Thoeni, Gros e la Valanga Azzurra” ha esordito l’ex sciatore azzurro.
“Se guardi Sinner quando entra in campo, non ti dà l’impressione di essere agitato dentro. Sembra impermeabile, quasi distratto e questo può disorientare l’avversario. Non so perché, ma lui mi ricorda Clark Kent, che poi si trasforma in Superman, cioè il suo alter ego e comincia a lanciare bombe con il dritto, che demoliscono l’avversario. Medvedev è finito così, impallinato dopo l’illusione dei primi due set” ha proseguito il nativo di San Lazzaro di Savena.
“Rispetto a me lui ha una fortuna: è cresciuto nell’era dei social e ha un team che lo aiuta a maturare gradualmente e gli evita gli errori, che un giovane può commettere. Io, a vent’anni, in pratica ero solo e mi muovevo in una specie di giungla sconosciuta. Sotto certi aspetti siamo molto simili. Studia molto ogni avversario, non lascia nulla al caso. E sa anche giudicare se stesso, questo è importante. Solo in questo modo si correggono gli errori e si migliora. Guardate il suo terzo set della finale degli Australian Open, ha cambiato letteralmente marcia” ha aggiunto il classe 1966.
“Mi è piaciuto quando è andato ad abbracciare tutta la sua gente, il suo team dopo la vittoria. Io mi buttavo nelle braccia dei miei fan. E poi la dedica alla famiglia, che è la base di qualsiasi successo. La madre, il padre e i fratelli sono una magia. Sarà difficile per lui gestire la popolarità, poiché ogni mossa sarà giudicata, come per esempio il fatto di andare a Sanremo. La sua presenza piacerebbe senz’altro, ma ci sarà sempre qualcuno pronto a storcere il naso” ha chiosato Alberto Tomba.