Berrettini crede nel miracolo
Matteo Berrettini, out per infortunio nel match di Coppa Davis contro gli Stati Uniti ma comunque in panchina a supportare gli Azzurri, ha rilasciato una lunga intervista a La Repubblica.
Il tennista romano ha spiegato il motivo della sua presenza: “Beh, un anno e mezzo e fa, forse di più, Filippo Volandri mi chiamò per dirmi che come ct voleva creare un progetto, un gruppo. Una idea che io ho condiviso fin da subito, e lo abbiamo visto che in Davis questa è la cosa più importante. Lo abbiamo dimostrato ieri. Eh, quando ho visto che ero in ritardo di preparazione ho avvertito, ho detto ai ragazzi che avrei voluto esserci lo stesso. Perché? Penso di poter dare una mano lo stesso. E poi perché l’anno scorso, dopo Torino e l’infortunio, ho visto che da casa soffrivo il triplo. Sono contento che sia arrivato un messaggio positivo, questo vuol dire fare squadra”.
“Eh, fare squadra è cosa complessa, di solito stiamo per i fatti nostri, i nostri team. Ma quando ci riusciamo, e lo facciamo, ne traiamo beneficio. Per esempio, si gioca a un gioco, Secuency, e non si pensa alla partita del giorno dopo, e anche così si fa il bene del gruppo. Scaramanzie? Mah, sedersi sempre agli stessi posti. In passato c’era un coro, poi l’abbiamo abolito. Era pure in spagnolo… però sento che c’è tanta adrenalina, energia. Sinner ci ha scritto e ci sostiene sulla chat, sta recuperando anche lui” ha proseguito il numero due d’Italia.
“È più stressante che giocarle, come succede quando vedo i match di mio fratello. In tv, poi, non ne parliamo. Dal vivo va meglio, capisci il momento. Urli di più, quindi meglio in presenza. Poi conosco i giocatori, quindi penso di aver dato qualche dritta e non so se ha fatto la differenza ma mi ha fatto piacere farlo” ha poi commentato sul fatto di vedere i match dalla tribuna.
Quindi ha lasciato aperto un piccolo spiraglio per un miracoloso recupero: “Giocare? Io giocherei anche su un piede. Sto recuperando più velocemente di quel che pensavo, stamattina un ottimo allenamento, ma la squadra sta andando fortissima e bisogna essere oggettivi per fare il meglio della squadra, e il meglio adesso è che giochino gli altri. Se succede il miracolo? Non lo so, non ne abbiamo neanche parlato. Io dò comunque il supporto in ogni modo”.
“Sulla carta, in Davis, non bisogna guardare i numeri ma la voglia di vincere. Conosco i canadesi. Ma le cose tecniche le dirò domattina, prima del match. Ma ripeto, la squadra, e questa è la cosa bella, sta uscendo fuori”. Pronostico? Che domanda: vinciamo 2-1. Va bene?” ha concluso Berrettini.