Matteo Berrettini sogna Roger Federer.
Il romano si è messo alle spalle i dispiaceri delle ATP Finals di Torino e al ‘Corriere della Sera’ ha inquadrato i motivi del suo precoce ritiro in quella occasione e soprattutto i propositi per i prossimi mesi.
Berrettini non dimentica la delusione di Torino, ma ha voluto rendere chiaro come sia nel frattempo andato oltre: “Stavo giocando bene, mi sentivo a mio agio nei top 8 a Torino. Poi mi sono visto strappare via quel torneo, per colpe non mie. Ma ci ho pensato, gli infortuni mi capitano quando chiedo troppo al corpo. È successo a Wimbledon, al Master, anche la testa incide su queste situazioni”.
Anche per questo, Berrettini vuole essere mentalmente lucido in vista di sfide che potrebbero essere di altissimo livello. “Voglio imparire a capire come gestire le forze negli Slam, con i match tre su cinque – ha spiegato il romano -. Contro Djokovic, a Wimbledon e agli US Open, ho vinto il primo set. Ma ho bruciato tutte le energie, e all’inizio del secondo ero morto”.
Un’esperienza che potrebbe derivare anche dall’ingaggio di grandi del tennis nel proprio team. “Io e il mio coach Vincenzo Santopadre siamo aperti alle novità, e sufficientemente umili da sapere che qualcosa del genere accadrà. Il mio sogno sarebbe Roger Federer. Da bambino era il mio idolo, l’ipotesi di averlo nel mio team sarebbe l’unico motivo di gioia se andasse in pensione”, ha rivelato Berrettini.