Le parole di Angelo Binaghi
Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, è stato ospite nello studio di SuperTennis a Flushing Meadows: “Rispetto alle altre volte, è ancora di più un successo di sistema. Non è mai stato un successo personale, ma in passato semmai è stato il successo di una classe di dirigenti all’inizio un po’ matti perché all’inizio questa federazione era un carrozzone un po’ disastrato. Oggi parte dei voti sono di Jannik, parte di Jasmine, c’è qualcosa di Matteo, della Errani, degli altri ragazzi. C’è l’apprezzamento per la buona gestione delle grandi manifestazioni. E c’è questo sistema che è positivo, che coinvolge insegnanti di tennis, le scuole tennis, le società sportive, la televisione SuperTennis, il settore tecnico. Credo che anche l’esito di questa votazione sia stata coerente con quanto sta succedendo nel tennis italiano. Negli ultimi mesi ho girato l’Italia dal nord al sud e ho registrato una soddisfazione, un benessere generalizzato di cui questo risultato, il 97% di consensi in un’assemblea mai così affollata come questa volta, sia la conseguenza di questo clima positivo”.
Il presidente ha nuovamente ringraziato per il messaggio di Jannik Sinner che ha svelato durante l’Assemblea di Salerno in cui è stato rieletto al vertice della FITP. “Ho trovato questa lettera qualche settimana fa, mi ha lasciato a bocca aperta perché un giocatore che arriva numero 1 del mondo a 23 anni magari non ha tempo per pensare di: dividere i meriti che sostanzialmente sono suoi con altre entità; di individuarle in modo così netto; e di scrivere dieci righe. Meglio di così era difficile scriverle”.
Nelle parole di Sinner, ha spiegato Binaghi, “viene raccontata la nostra storia, quello che abbiamo fatto per far evolvere il sistema da iper-negativo a super-positivo. C’è il nostro presente, perché parla da campione del mondo e noi grazie a lui, a Jasmine e agli altri siamo a livello individuale come sistema in vetta al tennis mondiale. E c’è una condivisione totale sul futuro. Quello che lui dice in generale è quello che io sto dicendo da tempo al nostro mondo. non dobbiamo fermarci, non possiamo perdere nemmeno una di quelle occasioni che questa situazione ci genera ogni giorno. Le altre nazioni ci studiano, vengono a studiarci, ci fanno domande, parlano con i nostri professionisti. Chi si ferma, in uno sport iper competitivo, è morto”.