Jannik Sinner: la CEO di ITIA inquieta i tifosi
Jannik Sinner si appresta a difendere la sua corona di miglior tennista del mondo a Melbourne, dove stanno per partire gli Australian Open, ma a febbraio dovrà affrontare un appuntamento ancora più importante per la sua carriera. Il 23enne altoatesino sta aspettando il verdetto del Cas sul ricorso della WADA per la positività al Clostebol, dopo la prima assoluzione decisa dall’International Tennis Integrity Agency (ITIA).
Proprio la CEO di ITIA, Karen Moorhouse, in una intervista a tennis365 ha spiegato la situazione dell’Azzurro, inquietando non poco i tifosi di Jannik: “Se risulti positivo a una sostanza vietata, il punto di partenza per una possibile squalifica è di quattro anni. Se si può dimostrare che non sia stato intenzionale, la pena si riduce a due anni. A questo punto si devono fare delle differenziazioni. Nel caso di Swiatek parliamo di un prodotto contaminato (medicinale), mentre per Sinner c’è la complicazione che il suo sia un prodotto non contaminato, in quanto il fisioterapista ha usato sul suo dito il prodotto in questione che conteneva il principio attivo dopante”.
“Per questo, l’intervallo della squalifica va da uno a due anni. So che la WADA ha affermato che il motivo del ricorso si concentra sul fatto che il giocatore possa avere una responsabilità, rispondendo all’articolo in cui si parla di ‘nessuna colpa o negligenza significativa’”.
“Il Tribunale Indipendente di primo grado aveva ritenuto che Sinner non avesse alcuna colpa o negligenza, avendo usato la massima cautela possibile. L’Agenzia mondiale antidoping contesta ciò”.