Jannik Sinner: nuovo attacco della Wada
Il presidente dell’Agenzia mondiale Antidoping Witold Banka in una intervista al sito polacco Rz è tornato a parlare del caso Jannik Sinner e ha spiegato la motivazione del ricorso contro l’assoluzione del giocatore azzurro. Banka ha differenziato il caso di Sinner rispetto a quello di Iga Swiatek, colpita da una squalifica molto ridotta.
“Si tratta di due casi completamente diversi che non possono essere confrontati. Sia le sostanze (Clostebol e Trimetazidina) sia le circostanze non sono paragonabili. Abbiamo preso le decisioni dopo aver chiesto il parere di esperti esterni. La procedura da parte della Wada è stata la stessa di qualsiasi altro caso disciplinare”.
Sull’Azzurro, Banka è chiaro: “Non mettiamo in dubbio che non abbia assunto deliberatamente sostanze dopanti, ma richiamiamo l’attenzione sulla responsabilità dell’atleta per le azioni dei suoi collaboratori. Uno sportivo professionista è responsabile anche delle azioni del suo staff e questa è la quintessenza dell’antidoping”.
Secondo Banka, il caso della Swiatek è meno grave: “Una traccia di trimetazidina in un medicinale contenente melatonina, come nel caso di Swiatek, è una cosa. Lo steroide contenuto nell’unguento utilizzato dal più stretto collaboratore di Sinner è qualcosa di completamente diverso. I casi sono accomunati soltanto dal fatto che stiamo parlando di due dei migliori tennisti del mondo”.