Jannik Sinner sospeso: la Wada spiega tutto

Jannik Sinner sospeso: la Wada spiega tutto

Nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni de “La Stampa”, il portavoce dell’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) James Fitzgerald, tra i vari temi trattati, si è soffermato sulle motivazioni che hanno portato alla squalifica di Jannik Sinner per tre mesi per il caso Clostebol.

“Nel settembre del 2024 Wada non aveva accettato la sentenza del Tribunale del Tennis e di conseguenza ha fatto ricorso al Tas perché non riteneve corretta l’applicazione della mancanza di colpa o negligenza perché mancava l’elemento della somministrazione della sostanza da parte del personale di supporto senza che venisse informato l’atleta. Al fine di difendere l’importante principio secondo cui gli atleti sono direttamente responsabili delle azioni del loro team, la Wada ha deciso di presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport” ha esordito il portavoce della Wada.

“Dopo aver chiesto al Tas una squalifica tra i 12 e i 24 mesi perché l’atleta è sempre responsabile dei comportamenti del suo staff, Wada ha riesaminato il tutto e deciso che sulla base dei documenti presentati da Sinner anche la sanzione di un anno sarebbe stata troppo severa. I fatti di questo caso erano davvero unici e diversi da altri casi che riguardavano la somministrazione da parte del personale di supporto dell’atleta. In effetti, in questo caso si è trattato di un assorbimento transdermico, poiché il massaggiatore dell’atleta, all’insaputa di Jannik, aveva trattato un taglio sul dito con un prodotto contenente Clostebol” ha proseguito l’avvocato irlandese.

“Dopo un’approfondita revisione del caso, la Wada ha verificato e concordato che lo scenario dell’atleta era scientificamente plausibile e be documentato sui fatti. La dinamica era stata precedentemente accettata dall’ITIA e dal tribunale indipendente che aveva deciso il caso di primo grado. Tenedo conto, in particolare, del livello di gravità della violazione, dati i fatti specifici, la Wada ha ritenuto che una sanzione di 12 mesi per un caso così unico sarebbe stata eccessivamente severa” ha aggiunto il portavoce dell’Agenzia Mondiale Antidoping.

“Una delle funzioni principali dell’articolo 10.8.2 è garantire che i casi unici che non rientrano esattamente nel quadro sanzionatorio possano essere giudicati in modo appropriato ed equo. La normativa consente un’ulteriore riduzione del periodo di sospensione in base al livello di gravità della specifica violazione, nonché al fatto che l’atleta abbia ammesso la violazione. Questa disposizione è stata utilizzata decine di volte nelle migliaia di casi giudicati dall’entrata in vigore del Codice 2021” ha concluso James Fitzgerald.

TG SPORT

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