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Novak Djokovic senza mezzi termini sulla squalifica di Jannik Sinner
Dai campi di Doha, in Qatar, dove è impegnato sia nel tabellone singolare sia in quello del doppio (assieme a Fernando Verdasco), Novak Djokovic ha rotto il silenzio e ha risposto alle domande dei cronisti riguardanti la squalifica di tre mesi di Jannik Sinner, a conclusione del cosiddetto caso-Clostebol. Finora il serbo si era esposto solo indirettamente, visto che la PTPA da lui fondata si era espressa già nella giornata di sabato, criticando il procedimento nelle sue varie fasi.
“La sospensione è arrivata a causa degli errori commessi da alcuni membri del suo vecchio staff, che lavorano ancora nel Tour. Per me e altri giocatori, con cui ho parlato, è una cosa strana – ha chiosato il serbo -. Tanti sono d’accordo con me sul fatto che i procedimenti riguardanti Sinner e Iga Swiatek non siano stati giusti”.
“Sappiamo che sono innocenti, è stato dimostrato – ha poi precisato Nole -. Abbiamo visto però altri casi in cui procedimenti simili hanno portato a sospensioni più lunghe. Penso sia arrivato davvero il momento di fare qualcosa, perché è chiaro che la struttura attuale non stia funzionando”.
Il caso-Clostebol si è concluso nella prima mattinata di sabato, con l’ufficializzazione dell’accordo fra Jannik Sinner e la Wada, l’Agenzia Mondiale Antidoping, che ha portato a tre mesi di squalifica e alla chiusura definitiva del caso. Il campione altoatesino tornerà alle competizioni in tempo per gli Internazionali d’Italia e per il Roland Garros, eventi di punta della tarda primavera.