Jannik Sinner: Wawrinka non si pente e tira dritto

Il tennista svizzero è tornato sulla questione e non ha cambiato parere sull'esito del caso Clostebol che ha coinvolto l'Azzurro

Dopo l’annuncio della sospensione di tre mesi di Jannik Sinner a seguito del patteggiamento con la Wada per il caso Clostebol, Stan Wawrinka era stato uno dei colleghi più critici e aveva espresso tutta la sua amarezza sui social. A distanza di mesi, e in vista del ritorno in campo del numero uno del mondo, il tennista svizzero non si dice affatto pentito della sua reazione e spiega perché”.

“Del caso Sinner hanno sbagliato il modo con cui è stato gestito e la comunicazione – dice a Eurosport -. Il fatto che non si sia saputo qualcosa fin dall’inizio, si è tolta credibilità a quello che succede. L’abbiamo visto nei casi negli ultimi anni”.

“Alcuni sono stati sospesi due anni perché si sono dimenticati di comunicare esattamente un indirizzo. Si è gestita questa cosa in un modo che secondo me fa del male al tennis, tutto qui. Perché alla fine ci si chiede qual è la battaglia che si sta cercando di vincere”.

“Si cercano i giocatori positivi o alla fine si riduce tutto ad avere un avvocato bravo che ti fa uscire nel miglior modo possibile?”, conclude il campione elvetico.

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