Gli Internazionali di Tennis del Foro Italico sono stati l’occasione per incontrare Lea Pericoli, indimenticata campionessa di tennis e telecronista, che in esclusiva per i lettori di Sportal.it ha tracciato un bilancio di questa edizione del torneo e del movimento tennistico azzurro.
Qual è il segreto del successo degli Internazionali, che di anno in anno, crescono come numero di pubblico, sponsor e contatti mediatici?
“È un torneo che ha sempre avuto un fascino particolare per tutti i tennisti, venire a giocare a Roma è affascinante, il Foro Italico è un angolo affascinante della Capitale”.
Il merito maggiore a chi lo attribuiresti?
“Lo dobbiamo ad un grande presidente della Federazione Italiana Tennis, Binaghi, che ha trasformato un torneo importante in un evento non solo di tennis, ma sociale con un forte richiamo mediatico”.
Come mai il tennis in Italia non riesce a tirar fuori un giocatore da top 10?
“I tennisti si dividono in bravi, bravissimi, campioni e fenomeni. Il bravo tennista si può costruire, ma il talento te lo manda Dio, è qualcosa di misterioso, altrimenti non si capisce come mai ogni tanto nasca un fenomeno assoluto”.
A proposito di fenomeno assoluti, a pochi metri da qui, c’è lo stadio Olimpico dove da vent’anni si esibisce un campione come Totti, quale suggerimento daresti al giocatore bandiera giallorossa sul suo eventuale ritiro?
“Sono convinta che non abbia bisogno di consigli, i grandi campioni sanno prendere le grandi decisioni; la sua, se continuare a giocare o ritirarsi, sarà una scelta legata al cuore che lo aiuterà a farlo decidere al meglio”.
Tornando al tennis giocato, il tennis femminile azzurro dopo anni di successi è stato retrocesso in Federation Cup, cosa ne pensi?
“Abbiamo ottenuto grandi risultati negli ultimi dieci, quindici anni, in Federation Cup, il ciclo credo che sia concluso con il “miracolo” di una finale tutta italiana all’ultima edizione degli US Open”.
Consigli?
“Nessuno in particolare”.
Speranze?
“È un peccato perdere la Pennetta, che ha deciso di ritirarsi, in vista dei Giochi Olimpici di Rio…”
A proposito di Giochi Olimpici, hai il rimpianto di non averle potute disputare quando giocavi?
“Premesso che il rimpianto ce l’ho per la gioventù andata, ma come dice il mio amico ex tennista Nicola Pietrangeli “solo i cretini non hanno rimpianti”, effettivamente ai miei tempi il calendario era molto meno fitto, c’erano pochi incontri internazionali, molti di questi poi erano dei “riempitivi””.
Dopo aver smesso di giocare hai continuato a raccontare di tennis, cosa ti lega a questo sport?
“Devo tanto al tennis, che mi ha aiutato a superare tanti ostacoli, gli dico grazie dato che mi ha anche insegnato tante cose, credo che, più in generale, lo sport è un grande maestro di vita per tutti”.