Le parole del coach di Lorenzo Musetti
Il coach di Lorenzo Musetti, Simone Tartarini ha rilasciato una lunga intervista a ‘Betwayinsider’ in cui ha parlato delle prospettive del suo giovane allievo, in vista di Wimbledon. “Quando era bambino lui sognava sempre di giocare sull’erba, ma purtroppo ci ha sempre giocato pochissimo – ha ammesso -. Da junior ha fatto quarti di finale da 16 anni, poi l’anno dopo non abbiamo giocato il torneo junior per costruire la classifica; l’anno successivo non avevamo i punti ATP per entrare in quali a Wimbledon, quindi nel 2020 il torneo non si è giocato a causa del COVID, poi nel 2021 era l’anno della maturità, non abbiamo potuto fare preparazione e abbiamo pescato al primo turno Hurkacz che poi ha fatto semifinale. Infine lo scorso anno si è incontrato al primo turno Fritz, che poi ha perso in quarti da Nadal. L’obiettivo sull’erba è quello di essere più propositivo soprattutto in fase di risposta. Si tratta di una questione più mentale che tecnica, deve essere più pronto a scegliere le soluzioni e a implementarle”.
“La peculiarità principale dell’erba è che la palla scivola, e quindi arriva sempre. Di conseguenza bisogna sempre andare incontro alla palla, non la si può aspettare – ha aggiunto l’allenatore del tennista carrarino -. Bisogna essere subito molto aggressivi, colpendo la palla dall’alto al basso, perché se la si gioca in maniera ascendente non è efficace. È un po’ quello che dico sempre a Lorenzo e che a volte non fa: non è necessario snaturare il proprio tennis, perché quando lo si fa diventa poi difficile avere un’identità, ma l’obiettivo di base è quello di colpire la palla mentre sale e farla scendere. E poi bisogna costruire una tecnica intorno a questo principio”.
Quindi si è sbilanciato sul numero due del tennis italiano: “Lorenzo, quando esprime il suo tennis, vale i primi 7-8 del mondo; quando invece non lo esprime vale un tennista fuori dai 100. Il problema di Lorenzo non è il livello tecnico-tattico, che per me è anche migliore a quello di tanti altri, anche Top 10. Solo che per essere in quelle posizioni di classifica bisogna vincere le partite anche quando le cose non vanno bene”.
“Lorenzo, invece, quando le cose non vanno bene, come a Madrid [sconfitta dal n. 108 Hanfmann n.d.r.] o come in Sud America, va troppo presto in frustrazione e butta via la partita. Il problema si origina soprattutto da un problema tecnico: quando non sente bene un colpo, come il servizio per esempio, va in frustrazione e non prova a vincere comunque la partita. Per salire in classifica bisogna imparare ad essere più costanti: Lorenzo è arrivato alla classifica attuale con 13 sconfitte al primo turno. La forbice tra “far bene” e “far male” è ancora troppo ampia per lui, deve imparare ad essere più costante” ha concluso Tartarini.