
Marco Panichi evidenzia i punti di forza di Jannik Sinner, dalla coordinazione alla calma operativa nei momenti decisivi.
Nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni del “Corriere della Sera”, il preparatore atletico di Jannik Sinner Marco Panichi, tra i vari temi trattati, ha voluto esaltare un aspetto in particolare del proprio assistito.
“Coordinazione, stamina, aspetto neurovegetativo: Jannik ha un fisico da decatleta, sa fare bene tutto. Se fosse più forte, non potrebbe essere così agile. Se è una macchina quasi perfetta dobbiamo ringraziare Hanspeter e Siglinde Sinner, i genitori che gli hanno trasmesso il DNA. Dal mio punto di vista, però, il suo talento migliore è la gestione delle situazioni, che sia un allenamento o una partita lui riesce ad avere una calma operativa che fa la differenza nei momenti che contano” ha esordito il preparatore atletico dell’altoatesino.
“Mente e fisico sono un sistema integrato: quando uno lo tira giù, l’altro lo spinge su. Sa usare le emozioni come fonte di energia: se hai un travaso emotivo, ti blocchi, ma lui sa surfare sulle emozioni, restando sempre sulla cresta dell’onda. Si può lavorare sul corpo e sulla mente, ma con le doti di Jannik ci devi nascere per poter raggiungere un simile livello” ha aggiunto l’ex membro del team di Novak Djokovic.
“L’aspetto motivazionale è determinante: sfidiamo continuamente Jannik con nuove sollecitazioni, lo spingiamo a fare cose nuove, per lui inedite. Anche semplici: una partita a golf, la visita di un museo. Ampliare la sfera mentale permette di presentarsi più freschi all’allenamento. Però è altrettanto vero che una certa ripetitività è utile al confronto, senza correre il rischio di ingabbiare il giocatore in qualcosa di troppo monotono. E’ la varietà nel protocollo di lavoro che ci permette di capere se lo sviluppo di Sinner sta andando bene” ha concluso Marco Panichi.