Matteo Berrettini: la rivelazione di Matteo Arnaldi
Matteo Arnaldi ha raggiunto per la prima volta in carriera il secondo turno agli Us Open, grazie alla vittoria su Jason Kubler, ritiratosi sul punteggio di 6-3 1-0 in favore dell’azzurro.
“Non era facile nemmeno restare in campo – ha ammesso ai microfoni di Super Tennis -. Lui si è fatto subito male nel secondo game. Aveva la gamba fasciata sin dall’inizio. Ho parlato con lui e mi ha detto che ha sentito qualcosa. Da quel momento non ha più giocato. Era molto difficile, perché lui soffriva e si vedeva. Volevo quasi dirgli di ritirarsi prima. Non vedo l’ora di giocare la mia prossima partita”.
“La mia stagione è iniziata abbastanza bene; poi ho avuto in piccolo calo. Da Murcia le cose sono cambiate. Non stavo giocando il mio miglior tennis, ma ho trovato il ritmo giusto e giocato molte partite a livello ATP. Mi sto adeguando al livello del circuito maggiore e sono contento di avere un’altra possibilità qui a New York” ha proseguito il tennista ligure.
Quindi ha rivelato di dover lavorare sulla battuta, ispirandosi a Matteo Berrettini: “Devo migliorare il servizio, perché non è sicuramente la mia arma. Ma la situazione sta migliorando: anche oggi ho servito bene. Sto cercando di essere più continuo, soprattutto dal punto di vista delle percentuali. Questo è il colpo che può fare la differenza sul cemento. Sto cercando di giocare in maniera più aggressiva e penso che la mia miglior qualità sia quella di muovermi molto bene. Nei momenti importanti, magari, sbaglio meno degli altri da fondo campo. Devo sfruttare i miei punti di forza. Berrettini è un’ispirazione, così come tutti gli italiani. Oggi è stato bravo ad annullare tante palle break”.