La sconfitta patita da Daniil Medvedev nella finale degli US Open è una ferita ancora aperta.
Il 2021 di Novak Djokovic è stato semplicemente straordinario. Il fuoriclasse serbo è andato vicinissimo alla conquista di uno storico Grande Slam, salvo fermarsi proprio sul più bello nella drammatica finale di New York al cospetto di Daniil Medveded. Nel corso dell’evento organizzato da L’Equipe per l’incoronazione dell’atleta dell’anno 2021 – premio andato appunto al tennista slavo – Djokovic ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato, tra le altre cose, della dolorosa sconfitta di Flushing Meadows.
“Daniil ha giocato meglio di me. Aveva un piano di gioco chiaro e lo ha eseguito a meraviglia. Onestamente non mi ha lasciato grandi chances. Si è piantato sulla linea di fondo, ha commesso pochissimi errori gratuiti ed è stato molto più aggressivo, cercando il vincente su ogni palla un po’ più corta”, ha esprdito il numero uno del mondo. “In qualche modo non sono riuscito a entrare bene nel match, ho perso subito il servizio e non sono riuscito a recuperare perché lui serviva benissimo. Sono sempre stato indietro nel punteggio, senza parlare della pressione… In tutta la mia carriera ho sempre gestito bene questo tipo di situazioni, ma in quel momento non ci sono riuscito”.
Esaurite le argometazioni tattico-emotive, Djokovic si è poi soffermato su ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. Trovando una possibile ulteriore causa della sua mancata vittoria nella finalissima di New York: “Forse sarebbe stato meglio se non fossi andato alle Olimpiadi prima dello US Open. Avrei avuto più energie fisiche e mentali. Sono arrivato a Tokyo col serbatoio al 50% e in quelle condizioni così difficili, con un’umidità incredibile e due partite in pieno giorno, le energie sono diminuite ancora. L’ho sentito nella semifinale contro Zverev: un match che avrei potuto vincere. Quando sono tornato dai Giochi sentivo di aver bisogno di più tempo per recuperare, ma non ne avevo a disposizione e sono andato subito a New York. Una cosa è certa: mi sarei sentito meglio preparato a New York se non avessi disputato le Olimpiadi. Detto questo, non mi pento di esserci andato”, ha concluso Nole.