Il motto della 55° edizione del Torneo Avvenire recitava #leaveyourmark, Gabriele Piraino e Niccolò Ciavarella la propria missione l’avevano già compiuta ancor prima di mettere il piede in campo per la finale. In una settimana hanno regalato emozioni e infiammato il pubblico del Tennis Club Ambrosiano che ha ancora ha negli occhi il dominio di Piraino contro la testa di serie numero uno Kalocsai e l’incredibile rimonta al terzo set di Ciavarella nei confronti di Gonzalo Bueno. Lo sport impone, però, che solo uno dei due ragazzi, amici e compagni di stanza in questa settimana milanese, possa scrivere il suo nome in un albo d’oro che comprende gente come Borg, Lendl, Edberg, Ivanisevic e Del Potro. Il trofeo, da quest’anno intitolato alla memoria di Antonio Mariani, per lungo tempo Presidente del Comitato Regionale della Lombardia, prende così la strada di Palermo nelle mani di Gabriele Piraino.
Una sfida dove la tensione era alta con anche il numeroso pubblico che ha sfidato il caldo milanese a seguire in religioso silenzio. Dopo un turno di battuta in cui entrambi perdono il servizio è Piraino a rompere il ghiaccio e a chiudere il primo set sul 6-2. Il secondo set si apre sulla stessa linea del precedente con due turni di battuta regalati all’avversario, Ciavarella però perde il servizio anche nel terzo gioco e di fatto quella è la sua resa, anche il secondo set finisce 6-2. “Sono molto felice di aver vinto un torneo così prestigioso – racconta il palermitano classe 2003 – a fine partita ho fatto i complimenti a Niccolò perché anche lui ha disputato un gran torneo e una buona partita. Una vittoria che voglio dedicare a tutti quelli che mi aiutano, in particolare i miei genitori e il mio maestro Davide Cocco”.
Nell’abbraccio finale si vede tutta l’amicizia e il rispetto tra questi due ragazzi, con Ciavarella che spiega: “Oggi ha pesato la stanchezza, ma da questa partita ho tanto da imparare e sono sicuro che la prossima volta andrà meglio, continuando a lavorare arriverà il mio momento”.
Piraino succede al brasiliano Pedro Boscardin Dias vincitore nella passata edizione ed è il nono italiano ad aggiudicarsi il trofeo. L’ultimo campione azzurro fu Federico Arnaboldi nel 2016, ma se contiamo che fino al 1968 l’Avvenire era riservato solo a tennisti italiani scopriamo che solo in cinque sono riusciti a compiere l’impresa sulla terra del TCA.
A vincere il singolare femminile è invece la svizzera Sebastianna Scilipoti che supera in 3 set la croata Lucija Juric Bagaric, testa di serie numero uno del tabellone. Una finale che dimostra per l’ennesima volta come quella che può sembrare una gara a senso unico sia in grado diventare spettacolare all’improvviso. La svizzera vince infatti il primo set 6-0 e si porta sul 4-1 nel secondo, poi il black out con Lucija Juric Bagaric che ne approfitta e rimonta fino al 6-4. Sebastianna non accusa il colpo e nel terzo set torna ai suoi livelli iniziali chiudendo sul 6-2: “Ero molto emozionata – racconta la giovane svizzera – era la prima volta che giocavo davanti a un pubblico così numeroso con tanto di giudici di linea e raccattapalle”. Sebastianna sa bene a chi dedicare il trofeo: “Ai miei allenatori che non sono potuti venire ma mi sono stati vicini tutti i giorni e a mio papà che è stato con me in questa settimana. Anche al mio fratellino Philip sebbene a lui piacesse di più la pasta del tennis”.