Portabandiera a Parigi, l’ipotesi Jannik Sinner prende quota
Il presidente del Coni Giovanni Malagò, durante un evento dedicato alla giornata nazionale dell’impiantistica al Salone d’Onore del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, ha partlato, tra le altre cose, anche di Jannik Sinner.
“Sta riscrivendo la storia – ha detto Malagò -. Siamo prima di tutto orgogliosi del suo atteggiamento oltre che dei suoi risultati sportivi. Da subito il Coni, ma in generale tutto l’ambiente sportivo, è felice nel leggere e sentire questa sua voglia di fare bene a Parigi. C’è un elemento che fa capire la sua intelligenza, perché anche i tornei più prestigiosi, che sono i 4 Slam, ci sono tutti gli anni, mentre i Giochi arrivano una volta ogni 4 anni, quindi devi essere in forma in quel determinato momento”.
A chi gli chiede se il tennista altoatesino potrà fare da portabandiera, Malagò ha risposto: “Il mondo dello sport apprezza che ci sia una regola non scritta che chi ha vinto un oro olimpico rappresenti il Paese. Poi non dimenticate che ci sono anche i portabandiera della cerimonia di chiusura, non sottovalutate questo”.
Per quanto riguarda l’impiantistica attuale dell’Italia, Malagò è molto meno entusiasta: “Siamo ai vertici dei risultati sportivi, ma la faccia brutta di questa medaglia è che non siamo mai stati in un momento così drammatico dell’impiantistica sportiva in Italia, lo ha detto recentemente anche il ministro Abodi, ma la situazione è pietosa ed è riconosciuta da tutti, anche dalla politica”.
“Noi come Coni, però, non ci occupiamo di fare impianti. Serve un piano Marshall fatto da persone competenti, non soggetti capitati per caso che prendono poi decisioni nefaste. Per esempio c’è stata un’occasione drammaticamente persa, quella scellerata presa di posizione in merito alla destinazione dei fondi da parte del Pnrr. Un’occasione che ricapiterà tra 50 generazioni. Per questo dico sempre che per servono i grandi eventi sportivi per fare gli impianti in Italia”.
Parlando invece dei risultati sportivi azzurri ha concluso: “È impressionante quello che sta succedendo, mai abbiamo avuto così tante frecce al nostro arco. A 4 mesi da Parigi possiamo fare meglio di Tokyo se rispettiamo le proiezioni delle medaglie. Siamo l’unico paese al mondo presente ovunque, in 371 discipline diverse. Non puoi essere primo in tutte, ma se trovi la contingenza, l’atleta o altro allora sei competitivo”.