Non basta lottare, vince il numero 3 al mondo.
Lorenzo Musetti perde contro Daniil Medvedev e lascia il Masters 1000 di Toronto già agli ottavi di finale. Al russo, numero 3 del circuito ATP, sono sufficienti due set e circa un’ora e 32 minuti di gioco: 6-4, 6-4 il finale.
La partita di Musetti è tutt’altro che negativa, con il carrarese concentrato e in campo con le idee chiare su come affrontare Medvedev. Quest’ultimo, però, mostra un tennis di livello altissimo e riesce a portarsi a casa i punti decisivi sfruttando i rari momenti di indecisione dell’azzurro. Avviene per esempio nel settimo game del primo set, in cui arriva il decisivo break del russo dopo ben 10 punti.
Più dinamico il set successivo, in cui Medvedev strappa il servizio a Musetti già sul 2-1 (e dopo peraltro un game altrettanto conteso). Il toscano riesce a recuperare e strappa al temuto rivale il 3-3, ma già nel gioco successivo arriva un ulteriore break (a 0) che di fatto indirizza la partita verso la sua naturale conclusione.
“Più difficile controllare il rovescio di Sinner o le emozioni? Le emozioni – aveva dichiarato Musetti una settimana fa -. Sono un avversario più duro di qualsiasi colpo. Anche perché nel tennis di oggi non ci sono grandi scarti tecnici e tattici, lo si vede anche dai tanti giocatori a ridosso dei primi 100 che riescono a battere un top 10 o addirittura un top 5. Si va sempre più verso un appiattimento dei valori. La differenza, ad un certo livello, è sul piano emotivo e su quello mentale. E lì i migliori hanno una marcia in più. Il tennis è uno sport che può portarti in alto in fretta ma a volte ti fa tanto male che arrivi quasi a rifiutarlo. Nelle ultime due ultime settimane si è accumulato tanto stress, dovevo difendere la vittoria ad Amburgo e inconsciamente lo sentivo. Avevo voglia di stare in campo, ma si è riaffacciato un po’ di nervosismo. Non è però andata malissimo (semifinale a Bastad, quarti ad Amburgo, ndr), e oltre a qualche punto sento di aver portato a casa una esperienza in più”.