Vincenzo Santopadre svela il segreto di Matteo Berrettini

“Matteo non deve sforzarsi di essere un buon esempio. Lui è così”.

Salito anch’egli, di riflesso per le incredibili performances del suo allievo, alla ribalta delle cronache, il coach di Matteo Berrettini, Vincenzo Santopadre, ha rilasciato una lunga intervista in cui spiega come e perché il tennista romano possa rappresentare un esempio vincente nel tennis di oggi. Ecco le sue parole a “Il Fatto Quotidiano”.

“Matteo rappresenta un esempio di chi si forma dalla sconfitta. Non mi riferisco solo alle delusioni provate al rientro dall’infortunio a Montecarlo nella partita contro Davidovich Fokina; o alla sonora batosta patita da Federer due anni fa e che ancora oggi lui ricorda, per assurdo, con piacere. La chiave per migliorarsi è nell’interpretazione che si dà a questi eventi, accogliendo il fallimento come parte di un percorso di crescita”, ha esordito Santopadre.

“Si può diventare un grande atleta senza avere capacità geniali innate. Come Matteo. All’inizio nessuno avrebbe puntato su di lui, perché spesso ci incantano qualità apparenti. Ma Matteo ha un talento invisibile, crede nella cultura del lavoro, nella resilienza e nella fatica. Molti ragazzi naturalmente dotati si perdono per strada facilmente perché non hanno questa mentalità”.

“Matteo può promuovere un’idea di tennis vincente principalmente restando se stesso. Perché presenta un volto pulito, ha la capacità di essere un grande lottatore in campo, non mollando mai. E lo fa con una lealtà sportività che, cosa non da poco, gli viene riconosciuta anche dai suoi colleghi. Certo, gli può capitare di vivere episodi di insofferenza o nervosismo. Ma Matteo non deve sforzarsi di essere un buon esempio. Lui è così”, ha concluso l’allenatore dell’azzurro.

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