Simon si sente pronto ad affrontare le semifinali contro Trento.
Intervistato dalla ‘Gazzetta dello Sport’, la guardia croata ha parlato della sua condizione fisica: “Il peggio è passato, adesso mi sento molto bene. Sono fresco e riposato, è come se iniziassi una nuova stagione. Il mio infortunio è stato un evento anomalo per me. In carriera non avevo mai saltato così tante partite”.
“La causa parte da lontano: per giocare a Rio ho fatto solo due settimane di riposo e ho trascurato il fastidio alla schiena, che avvertivo già all’inizio della stagione – ha aggiunto l’ex Zagabria – aggravatosi nel tempo. Ma ora tutto è superato e, rientrando, ho trovato una squadra in crescita. Le 4 partite con Capo ci hanno aiutato ad entrare nel clima del playoff“.
Il cambio di status dopo l’addio di Gentile: “Non la vedo in questo modo. Sono sempre lo stesso giocatore. Conosco i miei compiti e le mie qualità. Ho esperienza e, se devo descrivermi con un aggettivo, mi sento un equilibratore. Non sono un atleta, perciò devo usare più la testa che l’istinto. Ho sempre fatto così”.
Il prossimo avversario: “E’ la serie più dura che poteva capitarci perché contro di loro, anche se hanno solo 8 giocatori, non ci accoppiamo bene.Trento ha una difesa intensa e fisica inoltre al Forum ci ha battuto nettamente”.
“Allora Craft e Sutton dominarono ma non vedo un giocatore da marcare più forte degli altri perché il loro talento è omogeneo e spalmato su tutto il quintetto”, ha continuato Simon.
Le ragioni dietro alla disfatta in Europa: “E’ difficile trovare un motivo sopra tutti. Spesso la differenza tra una bella o una brutta stagione sta solo nella cura dei dettagli, qualcosa che ci è sempre sfuggito nelle sconfitte. Ma c’è un fatto incontestabile: io, Macvan, Raduljica e Kalnietis, tutti reduci dalle Olimpiadi, più Dragic, che ha passato l’estate giocando le qualificazioni europee, abbiamo subito un forte calo nello stesso periodo, tra novembre e dicembre, coinciso col momento più negativo di risultati. L’anno prossimo questo stress non si ripeterà, sono certo che faremo un’Eurolega molto diversa”.
Il ‘triplete’: “No. Al massimo ho vinto la coppa nazionale e lo scudetto in Croazia. La Supercoppa di basket nel mio Paese non esiste. Il triplete italiano sarebbe perciò il punto più alto della mia carriera”.
Un’impresa per cui è in corsa anche la Juve: “Sento che ci riusciremo entrambe. Faccio un grande in bocca al lupo al mio connazionale Mario Mandzukic. Penso che i miei amici Ivan Perisic e Marcelo Brozovic capiranno…”.