Fassone: “Dissi no a Ronaldo al Milan”

Cristiano Ronaldo ha appena segnato su azione per la prima volta in carriera a San Siro, nella partita vinta 2-0 dalla Juventus contro il Milan. L’evento è stato offuscato dalla successiva espulsione di Gonzalo Higuain, ma resta che il portoghese ha piantato la propria bandierina in un altro stadio-monumento del calcio italiano, dove peraltro aveva già alzato la Champions League 2016 dopo aver trasformato il rigore decisivo nella finale contro l’Atletico Madrid.

E pensare che, pochi mesi dopo, quello sarebbe potuto diventare il suo stadio. A rivelarlo è stato l’ex amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, intervistato da ‘Il Sole 24 Ore’ per parlare di alcuni retroscena dell’avventura in rossonero della proprietà cinese: “Yonghong Li voelva Ronaldo perché riteneva che avesse una grande forza sul mercato cinese. Il giocatore voleva andarsene da Madrid. Ci siamo visti nel luglio 2017 con il suo procuratore Mendes, per verificare i costi e la disponibilità del giocatore, ma poi convinsi Mr Li a lasciare perdere il sogno, perché Ronaldo costava troppo”.

Decisamente troppo, dal momento che lo stesso Fassone oggi non sa spiegarsi da dove venissero i capitali investiti dalla proprietà cinese: “Ignoro da dove siano arrivati i soldi dell’operazione. Se fossero suoi o in prestito. Però nell’operazione con Fininvest erano coinvolti gli advisor più prestigiosi, quindi non avevo motivo di dubitare. In Cda si era deciso che, nel caso non fossero arrivati gli introiti cinesi, Mr Li avrebbe dovuto fare aumenti di capitale per complessivi 120 milioni. Aveva messo 88 milioni di aumento, ne mancavano 32 per arrivare a 120, quindi li ha anticipati Elliott come da accordi. A quel punto Li ha preferito andare in default. Ha sorpreso anche me questa decisione”.
 

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