Il presidente della Lazio si è sfogato in Commissione Antimafia parlando di un tema delicato per il calcio italiano: il movimento ultras. E in particolare, ovviamente, gli ultras biancocelesti.
“Ancora oggi ricevo sette, otto telefonate di minacce al giorno – ha raccontato -. La tifoseria prima decideva tutto, entrava a Formello e decideva chi far giocare. Io non sono mai sceso a patti e credo che la tifoseria l’abbia capito. Tra consenso e legalità ho scelto la seconda, non sono mai sceso a patti. Oggi ritengo sia stata una scelta giusta che può essere perseguita da tutti. Certo, ricevo ancora oggi minacce telefoniche, anche sette-otto al giorno”.
Lotito ha poi parlato di alcuni episodi di cui sarebbe stato vittima: “Ho subito situazioni pesanti, camion con sterco di cavallo davanti casa, intimidazioni, affissioni, minacce; questo ha prodotto evoluzioni di carattere giudiziario. Sono abituato a vivere con serenità queste situazioni; pensavano che assumessi un atteggiamento più morbido. Ma io ho sempre detto in Tribunale come stavano le cose. Ora la tifoseria si comporta in modo corretto, sa che se sbaglia non c’è storia per nessuno”.
Infine la linea dura auspicata da Lotito: “Questi fenomeni vanno gestiti, le norme ci sono e vanno applicate in modo rigido. Se commetti un reato grave, devi dare una sanzione pesante e va scontata, altrimenti tutto è consentito. Ora la tifoseria ha capito che si può tifare nel rispetto delle regole, ed è un punto in più per il club. Ho costruito un percorso insieme alle istituzioni per prevenire e reprimere la delinquenza: la tifoseria in questo momento si sta comportando in modo corretto, perché sa che chi sbaglia paga”.
Sul fronte mercato, in casa Lazio è ancora in corso la trattativa tra Biglia e il Milan, con l’idea di far fare a Pasalic il percorso inverso. Brutto affare invece il mancato rinnovo di De Vrij.