Piano piano si sta ambientando, sta conoscendo tutte le sfaccettature della sua permanenza in giallorosso, sta osservando da vicino il calcio e il campionato italiani. Tutto in vista del suo operato futuro: Ramón Rodríguez Verdejo, meglio noto come Monchi, ha parlato in conferenza stampa.
“Quando ho deciso di lasciare il Siviglia, ho ricevuto l’offerta della Roma e penso che sia una squadra che ha un margine di crescita molto ampio. Non iniziamo da zero e possiamo anche sognare – ha esordito il nuovo direttore sportivo della Roma -. Evidentemente la mia influenza in questa stagione non può essere molta, sono arrivato alla fine, ma devo più pensare al futuro che al presente. Ora ci sono molte motivazioni, perché lottiamo per la Champions diretta. Tutto quello che può aiutare cercherò di farlo, perché servirà per costruire il futuro“.
Il tema principale, come prevedibile è l’appianamento delle differenze con la Juventus, attualmente troppo forte per tutte le altre squadre, perlomeno italiane: “Conosco la storia e il potenziale della Juve. Io sono ambizioso, ma non vendo fumo. In poco tempo è impossibile pareggiare il gap con la Juventus. Dovremo lavorare molto, però non è irrealizzabile. È molto difficile. Noi abbiamo una ottima squadra”, ha affermato Monchi.
La parte finale della conferenza è per il caso di razzismo che ha coinvolto Sulley Muntari: “Il tema ci preoccupa, ma in Spagna si sta lavorando bene. Sia il club, le federazioni, il governo, i giocatori tutti hanno questa ossessione. Credo che in Italia si possa fare, ma dobbiamo tutti aiutare, noi collaborando, voi denunciando. Perché un professionista può uscire dal campo arrabbiato per aver perso la partita, ma non per il colore della sua pelle. Rüdiger sta soffrendo per questo. Bisogna aiutare lui, o Muntari, perché siamo nel 2017 e non possiamo parlare di questi temi. Con la modestia dell’ultimo arrivato chiedo aiuto”.