Zero a zero al Bentegodi tra Hellas Verona e Sampdoria nella quinta di campionato davanti a 14.690 spettatori di cui 850 appassionati doriani gemellati con la tifoseria scaligera. Il fortino gialloblù voluto da Pecchia ha resistito alle improvvise folate doriane, soprattutto nella ripresa quando ha fortemente barcollato ma non è crollato come contro la Fiorentina. Nel contempo l’Hellas si è reso pericoloso in avanti senza peraltro riuscire a realizzare la prima rete su azione del suo campionato. Da par suo la Sampdoria di Giampaolo ha costruito le occasioni migliori, andando vicino per tre volte al vantaggio con altrettanti salvataggi rocamboleschi della retroguardia gialloblù. I doriani salgono a 8 punti in classifica (ed una partita da recuperare a Marassi contro la Roma); il Verona a 2 punti. Prossimo turno: Hellas Verona–Lazio, Sampdoria-Milan.
Primo tempo. Buon inizio dei gialloblù, Fossati in profondità per Bessa, immediato il centro basso, nessuno è pronto al tocco sottorete. Il pallino della gara passa ben presto nelle mani della Sampdoria che conquista diversi angoli senza esito. 14’: gran conclusione a giro di Caprari, l’estremo brasiliano devia in angolo da cui nulla scaturisce. La sorte del Verona, in questa prima fase, sembra segnata, in realtà dopo una ventina di minuti di solo sacrificio qualcosa cambia. 16’: due angoli per l’Hellas infiammano la tifoseria scaligera ma non sorprendono Silvestre e compagni. L’Hellas prende coraggio, la Samp abbassa la pressione, le corsie ora diventano corridoi in cui s’infilano spesso e volentieri Verde e Bearzotti che centra benissimo per la testa di Pazzini: la punta, al rientro dal primo minuto, non c’arriva per un soffio. Quindi lo stesso Pazzini impegna sottomisura Puggioni che si supera. La gara s’infila sui binari dell’equilibrio che prova a rompere Verde, calciando tra le braccia del portiere doriano (28’). Un minuto più tardi uscita avventata di Nicolas, buon per l’Hellas che i compagni di reparto coprono il precipitoso portiere brasiliano, sventando la minaccia. Per due volte le incursioni offensive di Silvestre mettono al Verona, nella prima Nicolas neutralizza, la seconda finisce alle stelle seppur da posizione ravvicinata. 42’: sussulto Hellas nel finale di tempo: Verde, al termine di una bella azione in velocità rifinita dal velo di Pazzini, prova a sorprendere sul primo palo Puggioni che devia. Il Verona esce tra gli applausi al termine del primo tempo.
Secondo tempo. Stesse formazioni in campo ad inizio ripresa. Sampdoria subito propositiva con Caprari, la retroguardia ricomincia a barcollare ma non molla anche perché nelle ripartenze gli scaligeri sembrano ritornati quelli visti ad inizio gara: balbettanti ed imprecisi. Se poi Bessa si danna l’anima per guadagnare il fondo ed offrire a Romulo un pallone d’oro che spreca alle stesse mentre Pazzini e Verde che reclamano palla a centro area, si capisce perché il Verona si ritrovi nelle ultime posizioni. Dal canto suo Giampaolo, non soddisfatto della sua linea offensiva, sostituisce in sol colpo (6’) Quagliarella ed Alvarez con Zapata e Ramirez. Scorrono i minuti, fioccano i traversoni dalle parti di Nicolas. Con i cambi la Samp ritorna propositiva, sfiorando in due occasioni (clamorose) il vantaggio. Ramirez prima, quindi con Caprari: in entrambe le circostanze rocamboleschi salvataggi sulla riga con Nicolas battuto evitano al Verona di soccombere. Alla mezzora Pecchia inserisce Kean per Pazzini, una scelta che scatena fischi di disapprovazione da parte della tifoseria gialloblù verso il suo allenatore. Il Verona si rifà al 33’: Bessa impegna Puggioni dal limite, palla sui piedi di Romulo: da posizione decentrata il brasiliano colpisce l’esterno della rete. 34’: dentro Zaccagni per Valoti nel Verona. Kean prova dalla distanza, palla sopra la traversa. Sull’altro fronte la Samp è sempre pericolosa. Pecchia (41’) inserisce Buchel per Valoti dopo avere dato l’impressione di volere fare esordire il sudcoreano Lee. Caracciolo salva nuovamente sulla riga con Nicolas battuto allo scadere. Giampaolo inserisce Verre per Linetty. Quattro minuti di recupero e le squadre negli spogliatoi tra gli applausi delle rispettive tifoserie.