All’alba del suo primo Capodanno francese, Gigi Buffon è tornato, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, sulla scelta di non dire addio al calcio accettando la proposta del Paris Saint-Germain dopo l’addio alla Juventus.
Con un pizzico di amarezza per le critiche ricevute: “L’invidia è umana ma non mi faccio condizionare dagli altri, il denaro è importante, ma non sono venale. Quando il Paris Saint Germain mi ha chiamato è stato un grande orgoglio, accresciuto dal fatto che tutti mi hanno accolto benissimo, sia in spogliatoio che in città”.
Il distacco dalla Juve è stato all’insegna dei buoni sentimenti, ma un rimpianto c’è: “Ho giocato con tanti campioni e per misurarmi avrei voluto giocare anche con Cristiano Ronaldo, ma alla Juve non sentiranno mai la mia mancanza: è una società che programma tutto così bene che difficilmente sbaglia i momenti delle scelte”.
Quando si parla di Buffon, però, si parla anche di Champions, il tema caldo. Insieme al possibile incrocio con la Juventus: “Non sono venuto qui per vincere la Champions, perché altrimenti non avrei capito niente. Spero di portare qualcosa in più e ho l’ambizione di migliorare quello che è stato fatto fin qui. Sfidare la Juventus sarebbe bello e strano, ma tornerei nel mio stadio, tra i miei tifosi, con cui mi sono lasciato in maniera commovente. Una rimpatriata”.
E in caso di finale?: “Sarebbe complicato: vorrei avere la libertà di esultare pazzamente in caso di vittoria”.
Porta chiusa all’Italia: “Ho parlato con Mancini, non c’è bisogno di me. Sono contento che Chiellini abbia ereditato la fascia di capitano sia in azzurro che alla Juve perché è un uomo e un giocatore che si merita tutta questo”.