La Federcalcio non sarà commissariata. Almeno per il momento.
Questa la decisione comunicata dal presidente del Coni Giovanni Malagò, ma già anticipata nei fatti dal numero uno dello sport italiano nelle ore successive alle dimissioni di Carlo Tavecchio.
Il motivo è strettamente tecnico-regolamentare: “Il Commissariamento sarebbe l’unica soluzione, anzi la scelta doverosa, ma non possiamo farlo perché rischieremmo di subire un ricorso al Tar – ha detto Malagò – La crisi del calcio coinvolge il sistema Paese in modo non paragonabile con nessuna altra Federazione, è una piena che travolge tutto e tutti. Sarebbe poco serio far finta che non sia successo nulla. Da questo punto di vista la mia posizione è categorica: il calcio italiano va riformato, vanno cambiate le regole, e lo si può fare solo con un Commissariamento lungo, che cambi lo Statuto. Perché quello attuale impedisce di cambiare le cose, e su questo tutti in Giunta sono d’accordo. Ma c’è un tema formale. Riunire i rappresentanti del calcio intorno ad un tavolo? E per fare cosa? Perdere tempo? Questi signori hanno già detto che non ne vogliono sapere. Tutto è rinviato all’11 dicembre e conoscendo Tavecchio escludo che convocherà le elezioni prima di quella data”.
“Aspettiamo le elezioni di B e A, ricordo che in A devono riempire 9 caselle – ha concluso Malagò – Se questo succede, tanti auguri al calcio. Noi continueremo a pensare che avrebbe avuto bisogno di altre soluzioni. La A non ha potuto partecipare, ora ha il potere di prendere la decisione di cambiare le regole. Con questi presupposti nessuno ora riuscirebbe a trovare un ampio consenso”.