Il tecnico della JSK, Enrico Fabbro, in Algeria è bombardato di domande sul nostro calcio. “Vista da lontano la vicenda Conte fa arrossire, ma lui è una persona seria”, spiega in esclusiva per Sportal.it.
“In questo momento sto allenando la JSK, la squadra più titolata ed amata in questo Paese – aggiunge -. In questo Paese di 50 milioni di persone il nostro calcio è un sogno; tutti conoscono nomi, date, eventi con una precisione addirittura maniacale. I tifosi di Juventus, Milan e Inter si vedono ovunque e sono facilmente riconoscibili per le loro maglie indossate con orgoglio in tutte le ore della giornata e in tutte le occasioni. Mi chiedono tutto di tutti e spesso non riesco a rispondere con precisione”.
La vicenda Conte?
“Vista da lontano fa arrossire, il nostro calcio non fa una bella figura soprattutto perchè Conte è un personaggio conosciuto in tutto il mondo. Non entro nel merito della sentenza perché non conosco le carte nè sono un uomo di diritto. Dico però che non mi vorrei trovare nella posizione del tecnico bianconero. Su di lui c’è una squalifica, può allenare la settimana ma non andare in panchina. Sarà costretto a comunicare con la squadra fingendo di non comunicare, si chiederà magari un aiuto alla tecnologia per superare l’impossibilità di comunicare con la squadra…insomma ..senza invidia, se poi a questo si aggiunge il giudizio dei tifosi, non juventini, che sarà espresso dai in tutti gli stadi italiani e su ogni piazza ….diventa veramente difficile”.
Cosa farebbe al posto di Conte?
“Ho fatto con Conte il corso di Allenatore Professionista di II Categoria e tutti dicevamo che era un predestinato ma soprattutto una persona seria. Io non esiterei un attimo, mi farei da parte, toglierei dall’imbarazzo il calcio italiano, la Juventus e soprattutto i suoi tifosi. E’ vero lo stanno difendendo con tutti i mezzi, ma contro il mondo intero e soprattutto contro una sentenza pesante non si può e non si deve resistere a tutti i costi. Sembra la storia del politico che non si vuole mai dimettere nonostante tutti lo chiedano. Poi lui ha detto: ‘Agli altri allenatori dico: oggi è accaduto a me, domani può accadere a voi, non mettete la testa sotto la sabbia. Aprite gli occhi’. Ringrazio come allenatore dell’invito, ma, e parlo per me, su certi argomenti mi sento da sempre abbastanza attento.
La vicenda Napoli?
Io una cosa del genere non l’ho mai vista e mai pensata. Il calcio regala le prime pagine dei giornali e delle televisioni, regala notorietà, spesso qualche personaggio si sente onnipotente e pensa che può permettersi ogni cosa. La scelta del Napoli di non presentarsi alla premiazione di Pechino per presunti errori arbitrali, personalmente la ritengo un’offesa allo sport, al calcio e per chi come me lavora nel calcio all’estero, un grave danno d’immagine del nostro paese e dello sport azzurro. Ho tanti amici napoletani e quasi tutti non hanno condiviso la scelta. Napoli e il suo popolo non meritava una simile figura a livello internazionale.
Che pensa del prossimo campionato?
Sono contento che sia iniziato, che si sia tornati a parlare di gare, tecnica, tattica, insomma che il calcio sia tornato sui campi, fuori dalle aule dei tribunali. Il nostro calcio ha solo bisogno di normalità e la normalità è la partita di pallone giocata dai veri attori che sono i calciatori e le loro straordinarie capacità che sanno regalare emozioni ai tifosi. La mia speranza è che il nostro Calcio possa regalare un po’ di serenità in un Paese dove i problemi da affrontare tutti i giorni sono sempre più grandi.